Area storica Prosecco

In origine il Prosecco era coltivato unicamente all’interno di un’area di 15 Comuni, situati tra Conegliano e Valdobbiadene. Questo territorio, molto difficile da coltivare a causa dei suoi ripidi pendii, ha saputo conquistare, stagione dopo stagione, livelli qualitativi sempre migliori con una conseguente fama a livello mondiale sempre più importante.
Tale coltivazione, presente nell’area e nella cultura della gente di questa terra da oltre tre secoli, ha saputo conquistare nel 1969 la Denominazione di Origine Controllata (DOC) per poi, nel 2009, giungere al gradino più ambito: la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), massima espressione del Prosecco e per questo definito con l’aggettivo di “Superiore”.
All’esterno di quest’area, definita storica, troviamo il Prosecco DOC che si estende nei territori limitrofi raggiungendo parte della Regione Veneto e Friuli Venezia Giulia.

DOCG vs DOC

La Denominazione di Origine Controllata (DOC) è un marchio che indica la zona originaria (nonché delimitata) delle uve raccolte ed utilizzate per la realizzazione di un determinato vino. Naturalmente, si tratterà di un contenuto di alta qualità, che dovrà rispettare dei criteri di produzione (come gradazione, caratteristiche organolettiche e affinamento in botte) stabiliti da un Decreto Ministeriale. Solo i vini che rispettano le direttive prescritte da questo atto amministrativo possono ottenere la dicitura DOC.
Con DOCG, invece, si intende la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, un marchio che identifica la provenienza geografica di un vino e che può essere attribuito soltanto a quei vini di particolare pregio che, da almeno 5 anni, sono classificati come DOC. Un salto di qualità in più, insomma, che porta a restrizioni ancor più vincolanti prima dell’imbottigliamento. Tra questi, un rigido controllo chimico-organolettico e un’analisi sensoriale messa in atto da una commissione di esperti. (fonte: www.iprosecco.it)